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Report 2011 Fif - Franchising

 

Il Franchising in Italia dal 2010 al 2012, nonostante la crisi, continua a crescere. Si aprono nuove Aziende Franchisor, aumentano Affiliati (Franchisee) e lavoratori. Il settore sta dimostrando di essere  strategico per la nostra economia, ma ha bisogno di politiche strutturali che permettano di sfruttare tutto il suo potenziale: alleggerimento della pressione fiscale, semplificazione della burocrazia, accesso reale al credito e sopratutto la nascita di una nuova cultura d'impresa.

Report "Tutto Franchising" 2011 in PDF

Di seguito la sintesi del Report e le considerazioni di Patrizia De LuisePresidente FIF-Confesercenti:

 

933 Franchisor, 51.219 Franchisee, 185.213 mila occupati ed un giro d’affari di 21.8 (mld. di euro), sono questi i numeri del Report annuale sullo stato delle reti in franchising in Italia, presentato a Roma lo scorso 12 giugno dalla Federazione Italiana del Franchising-Confesercenti nell’ambito della tavola rotonda “Franchising: Piccole e Medie Imprese verso il mercato internazionale”. 

No Food e Servizi continuano ad essere le due macro tipologie commerciali che esprimono la maggior parte delle insegne. In questo quadro il Food pur rappresentando in termini % assoluti una quota decisamente più contenuta manifesta una propensione alla crescita molto significativa che è assai probabile che prosegua negli anni a venire.

Il responsabile franchising è donna nel 23% dei casi, un valore leggermente in crescita (1punto %) rispetto alla rilevazione precedente ma comunque sostanzialmente fermo da anni su questo livello. In particolare l’incidenza delle responsabili di genere femminile è molto bassa nel FOOD (anche se in leggera crescita), intorno al15% nel No Food e superiore al 25% nei SERVIZI.

L’analisi dei dati relativi alla data di nascita delle aziende che oggi operano in franchising mostra che la maggioranza relativa (36 su 100) data la sua nascita negli anni ’90. Vi è altresì una quota non piccola (circa 21%) che presente sul mercato da più di quarant’anni e che ha visto l’avvio dell’attività in franchising di recente.

Difatti, la maggioranza delle imprese coinvolte nell’indagine (53%) ha avviato l’attività in franchising dopo il 2000 e solo una piccola quota, inferiore al 10%, l’ha fatto precedentemente agli anni ’80.

Per espandersi entro i confini nazionali i marchi lamentano, invece, oltre al blocco del credito e la pressione fiscale, la bassa cultura imprenditoriale, la scarsa propensione al rischio e la limitata capacità finanziaria dei loro interlocutori.

Al momento della rilevazione le reti italiani operanti all’estero risultano essere tra le 210 e le 220 cioè poco meno di un quarto delle reti esistenti ha punti vendita all’estero. Il 35% sarebbe interessato all'internazionalizzazione ma ha difficoltà legate principalmente ai rapporti con le banche e la burocrazia.

In merito al Report presentato, Patrizia De Luise, Presidente FIF-Confesercenti ha dichiarato che “dall’indagine condotta dalla Federazione - si evince come il franchising in Italia abbia vissuto nell’arco 2010-2012 un evoluzione, nonostante la lunga fase critica che attraversa l’economia italiana e non solo, e continua a dimostrarsi un ottimo sistema per creare impresa. Infatti, il franchising contribuisce a valorizzare e conservare ciò che nel mondo commerciale ed imprenditoriale funziona. L’indagine ha evidenziato che questa pratica non sia solo un’opportunità per giovani e inesperti, ma come possa diventare un’occasione d’investimento importante anche per chi possiede già un’attività imprenditoriale avviata”.


“L’arduo lavoro di raccolta dei dati ha fornito anche un elemento serio, - ha manifestato Patrizia De Luise - cioè che ancora oggi si rende necessaria l’attenzione da parte del legislatore a questo settore, per ben due motivi precisi: l’attuale crisi economica e la predisposizione del “fai da te” che genera situazioni poco chiare nel settore. Assistiamo, da una parte, alla messa in opera di rete in franchising senza la sperimentazione richiesta nella normativa del settore, e dall’altra, alla sottoscrizione di contratti di franchising senza le dovute cautele, con quello che ne comporta in termini d’insuccesso sia per il franchisor sia per il franchisee. 
Proprio per questo, il nostro obiettivo è diffondere in modo capillare la cultura del franchising in tal modo che questo settore si sviluppi ancora di più e rappresenti un comparto strategico per la piccola e media impresa”.

“Va ricordato infine – ha proseguito De Luise - che il franchising è uno ottimo strumento per le donne ed i giovani che desiderano diventare imprenditori, ed anche per gli ex dirigenti di azienda che sono costretti a ripensare a nuovi modelli di business per non rimanere fuori mercato”.